Nell’ideazione dell’edificio si è analizzato il luogo e la sua posizione in un contesto commerciale e residenziale che appare caotico, dove prevale la sezione stradale rispetto l’altezza e la consistenza del costruito, si è pensato ad un elemento che attirasse l’attenzione. Il risultato è un volume che occupa con la sua presenza tutta l’ampiezza del lotto ma che si svuota all’interno dove lo sfalsamento dei piani si articola in un gioco di empatia con il passante e con chi ci lavora. Dal livello strada c’è la proiezione verso l’interno dell’edificio; si aprono i varchi d’accesso e salgono le scale che gradualmente portano alla scoperta del mondo più in alto.
Tutto il volume è racchiuso da una facciata tessuta con una condotta in tubi di terracotta per il raffrescamento naturale che consente la lettura del volume anche a distanza, un velo attraverso il quale si intravedono i giardini. All’interno si utilizzano materiali tradizionali: la terracotta di cui sono fatte le condotte che si intrecciano formando una trama fitta sulla quale come in un reperto antico crescono piccole piante simili a muschi, i giardini pensati per chi li guarda durante le pause di lavoro, non hanno altezze eccessive e tutto è vicino alla propria comprensione. L’edificio è progettato intorno ad una serie di pilastri che come alberi hanno al piano terra il loro tronco e poi si ampliano e si articolano in tutti i piani. L’organismo è stato pensato con criteri di ecosostenibilità, sono stati ipotizzati materiali e tecnologie per ottimizzare l’utilizzo di energie rinnovabili come quella solare.
Nella parte in elevazione si ricorre ad una struttura spaziale in acciaio isolata alla base.
Anno: 2009
Progetto:
Elena Bruschi, Antonio Esposito, Giancarlo Mainini (capogruppo)
Collaboratori
arch. Gianluca Aresta, arch. Gianpiero Conserva
Strutture
prof. ing. Antonello De Luca
Sostenibilità ambientale
prof.ing. Francesco Polverino